Cambridge adotta un nuovo controverso codice sulla libertà di parola

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Alexandre Rossi

Il codice mira ad allineare la legislazione sulla libertà di parola dell’Università con il recente Freedom of Speech ActLouis Ashworth per la squadra universitaria

L’Università di Cambridge è pronta a introdurre un nuovo e controverso codice sulla libertà di parola, nonostante le pesanti critiche del mondo accademico.

Il codice mira ad allineare la legislazione sulla libertà di parola dell’Università con il recente Freedom of Speech Act, che rafforza i requisiti legali delle università per proteggere la libertà di parola.

Il codice consentirà agli accademici di “mettere in discussione e testare la saggezza ricevuta”, comprese “opinioni controverse o impopolari all’interno della legge, senza timore di intolleranza o discriminazione”.

Ciò avviene dopo che l’Emmanuel College avrebbe tagliato i ponti con il professor Nathan Cofnas, “realista razziale”, a causa delle sue affermazioni secondo cui “il numero di professori neri ad Harvard si avvicinerebbe allo zero” in una meritocrazia. Il College ha descritto i commenti di Cofnas come “un rifiuto delle politiche di Diversità, Uguaglianza e Inclusione (DEI ed EDI)”. La procedura di reclamo che coinvolge il dott. Cofnas è in corso.

Il licenziamento di Cofnas è stato criticato come un attacco alla libertà di parola da numerosi accademici di Cambridge, che hanno chiesto all’Università di “sospendere le indagini” sulle sue opinioni e hanno esortato l’Emmanuel College a “ritornare alla sua decisione” di tagliare i legami con lui.

Le leggi che il codice applicherà hanno attirato critiche da parte di numerosi accademici. Nicholas Guyatt, direttore degli studi universitari per la storia e Jesus fellow, ha affermato che la facoltà di filosofia non poteva licenziare Cofnas a causa della “legge sulla libertà di parola” (2023) del governo, che sembra progettata proprio per perpetuare questa farsa”.

Le preoccupazioni sono state riprese dalla professoressa Pippa Rogerson, magistrale del Caius College, che in una precedente intervista ha detto Università che era “terribilmente preoccupata” per le sfide che sorgono quando si difende la libertà di parola e si adempiono i doveri imposti dall’Equalities Act.

Ha anche affermato di “non poter dire di no” alla decisione di Arif Ahmed di invitare la controversa attivista critica di genere Helen Joyce a parlare al Caius nel 2022. Da allora Ahmed è stata nominata direttrice per la libertà di parola e la libertà accademica dell’Office for Students (OfS).

Il codice entrerà in vigore il 1° agosto, contemporaneamente al Freedom of Speech Act.

Lo ha detto un portavoce dell’Università di Cambridge Università: “La libertà di parola nel rispetto della legge è un diritto che sta al centro dell’Università. Incoraggiamo la nostra comunità a sfidare le idee con cui non è d’accordo e a impegnarsi in un dibattito rigoroso”.

“Ai sensi dell’Higher Education (Freedom of Speech) Act 2023, è un nuovo obbligo statutario che tutte le università emanino un Codice di condotta sulla libertà di parola e adottino misure ragionevolmente praticabili per garantire la libertà di parola e la libertà accademica nel rispetto della legge per il loro personale, i loro membri e studenti, nonché per i relatori ospiti”, hanno affermato.

“Il Codice dell’Università aggiorna le politiche esistenti per conformarle alla legge ed è ora soggetto ai normali processi di governance della Regent House”, hanno aggiunto.