Secondo un nuovo studio, è improbabile che l’uso di cannabis abbia un impatto sulla capacità di adulti e adolescenti di trovare divertimento e motivazione.
Nel tentativo di combattere gli stereotipi sull’uso di droghe, i ricercatori dell’Università di Cambridge e di altre importanti università hanno dimostrato che i consumatori abituali di cannabis non sono più inclini dei non consumatori a mostrare una mancanza di motivazione per le ricompense, né sono meno inclini a provare piacere nel ricevere ricompense.
Lo studio mette in discussione gli stereotipi prevalenti sui consumatori di cannabis, tra cui l’etichetta di “sballato”, associata alla pigrizia e a un approccio apatico alla vita.
I 274 partecipanti sono stati divisi in coppie, ciascuna composta da una persona che aveva fatto uso di cannabis regolarmente nei tre mesi precedenti e una che non l’aveva fatto. Sono stati effettuati confronti diretti in base alle risposte a un questionario, in cui i partecipanti sono stati valutati in base alla loro capacità di provare gioia.
I risultati hanno messo in discussione i preconcetti sui consumatori di cannabis: non si sono riscontrate differenze significative nelle risposte tra i due gruppi e, anzi, i consumatori hanno mostrato livelli di apatia inferiori rispetto ai non consumatori.
“Dobbiamo essere onesti e franchi su quali sono e quali non sono le conseguenze dannose dell’uso di droghe”
I ricercatori hanno anche esaminato le risposte sia alla prospettiva che alla ricezione di una ricompensa, confermando che non c’era alcuna differenza nello sforzo mostrato da entrambi i gruppi. Questi risultati sono contrari alle credenze popolari che descrivono i consumatori di cannabis come pigri o privi di motivazione.
La dottoranda Martine Skumlien, coinvolta nella conduzione dello studio, ha commentato: “Le supposizioni ingiuste possono essere stigmatizzanti e potrebbero ostacolare i messaggi sulla riduzione del danno. Dobbiamo essere onesti e franchi su quali sono e quali non sono le conseguenze dannose dell’uso di droghe”.
La cannabis è una delle sostanze controllate più ampiamente utilizzate, dopo solo alcol e tabacco. Secondo un sondaggio del 2021 condotto da NHS Digital Lifestyles, quasi uno su sei quindicenni nel Regno Unito aveva fatto uso di cannabis nei 12 mesi precedenti e negli Stati Uniti si stima che questa cifra sia significativamente più alta.
Lo studio potrebbe segnare l’inizio di un dibattito più attivo sull’uso della cannabis e sulla sua regolamentazione, potenzialmente mettendo in discussione la disparità con l’alcol nel suo status legale come droga ricreativa.
Ulteriori domande potrebbero essere sollevate anche sulla fattibilità della prescrizione di farmaci derivati dalla cannabis; anche ora, si sa molto poco sui potenziali benefici ed effetti collaterali. Certamente, la cannabis medicinale presenta una moneta a due facce e le lezioni apprese dall’epidemia di oppioidi saranno in prima linea nelle preoccupazioni sull’introduzione della cannabis nella pratica medica comune.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per determinare gli effetti a lungo termine dell’uso di cannabis sullo sviluppo del cervello, questo studio suggerisce che i nostri preconcetti sui consumatori di cannabis potrebbero, in realtà, essere idee sbagliate.