La guida definitiva agli ostelli: una classifica di un viaggiatore interrail privato del sonno

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Alexandre Rossi


Ah, l’Europa! Un continente che gli americani considerano un ammasso omogeneo di cultura vibrante, paesaggi mozzafiato, cibo delizioso e, se sei un interrailer, ostelli di vari gradi di dubbio. Dopo settimane di rimbalzi tra le cuccette, sono diventato un po’ un intenditore di questi santuari del sonno (o della mancanza di esso). Per quelli di voi che stanno pensando a una scappatella “economica” dell’ultimo minuto, ecco la mia classifica altamente scientifica e per nulla faziosa degli ostelli oltremanica.

1. L’ostello della festa (detto anche “il sonno è per i deboli”)

Posizione: Ogni grande città

Vibrazione: Rumoroso, caotico e un po’ appiccicoso.

Caratteristiche principali: Bar aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tappi per le orecchie gratuiti, macchie sospette su ogni superficie.

La mia prima tappa è stata il famigerato ostello per feste di Amsterdam, che chiamerò “El Noche Nunca Muere” (La notte non muore mai). Nel momento in cui sono entrato, sono stato colpito dall’odore di birra stantia e cattive decisioni. La hall sembrava il risultato di una festa universitaria: lattine ovunque e musica che potrebbe raddoppiare come arma in guerra.

“Nel momento in cui sono entrato, sono stato colpito dall’odore di birra stantia e di cattive decisioni”

Qui, il sonno è un sogno lontano. Le notti si confondono con le mattine e il concetto di “ore tranquille” è tanto estraneo quanto le verdure su un menù di tapas spagnole. Ma se stai cercando di farti degli amici (o dei nemici), questo è il posto giusto. Preparati a svegliarti con almeno tre scarpe di sconosciuti nel tuo letto.

2. L’ostello hippie (detto anche “pace, amore e capelli sporchi”)

Posizione: Vienna e/o qualsiasi città con un’università.

Vibrazione: Rilassato, terroso e un po’ pungente.

Caratteristiche principali: Amache in macramè, chitarre condivise e un’abbondanza di incenso.

Mi sono avventurato nel cuore dell’Austria, dove si trovano il Castello di Schönbrunn e più dreadlock di quanti se ne possano immaginare. Sono finito in quella che chiamerò “Haus der freien Geister” (Casa degli spiriti liberi). Questo ostello era più un esperimento di vita in comune che un edificio. Scarpe? Facoltative. Docce? Anche queste, a quanto pare, facoltative.

“Scarpe? Facoltative. Docce? Anche facoltative, a quanto pare”

L’assegnazione delle stanze era più un suggerimento che una regola. Mi sono ritrovato in un dormitorio misto, il che andava bene finché non ho capito che “misto” non si riferiva solo ai sessi ma anche alle specie: c’era un ritratto di rana che sembrava possedere il posto più di quanto non facesse lo staff. È un paradiso per coloro che cercano l’illuminazione spirituale, o almeno una solida connessione Wi-Fi per il loro blog di viaggio.

3. L’ostello boutique (alias “lusso a basso costo… più o meno”)

Posizione: Vienna (di nuovo), ovviamente.

Vibrazione: Elegante, perfetto per Instagram e con un pizzico di pretenziosità.

Caratteristiche principali: Mobili di design, colazione artigianale e un supplemento del 70% per tutto ciò che è cool.

Poi c’era questo ostello boutique in stile IKEA a Vienna, che chiamerò “Die Herberge der goldenen Träume” (L’ostello dei sogni d’oro e/o ‘trauma’). Le stanze del dormitorio erano sorprendentemente eleganti, con un arredamento minimalista e luci di lettura individuali che probabilmente costavano più del mio intero abbonamento ferroviario. La clientela? Per lo più influencer di Instagram e persone che usano la parola “cura” senza ironia.

“Sono abbastanza sicuro di aver perso un pezzo della mia anima lì”

Sebbene l’atmosfera fosse innegabilmente cool, l’intero posto aveva un’aria di cameratismo forzato. Gli eventi erano curati (ecco di nuovo quella parola) e in qualche modo mi sono ritrovato in una partita competitiva di caccia alle caffetterie artigianali. Inutile dire che ho perso, ma almeno ne ho ricavato un cappuccino decente.

4. Il dormitorio della prigione (noto anche come “fare la pena a poco”)

Posizione: Una città qualsiasi di cui non hai mai sentito parlare.

Vibrazione: Spartano, freddo e leggermente inquietante.

Caratteristiche principali: Letti a castello in metallo, luci fluorescenti e l’atmosfera di un centro di detenzione dell’era sovietica.

Da qualche parte tra le Alpi e il Danubio, sono finito in un ostello che sono convinto fosse un’ex prigione. Lo chiamerò “El Bastión de la Frugalidad” (Il Bastione della Frugalità). L’edificio in sé era una mostruosità di cemento con sbarre alle finestre, non per sicurezza, ma per decorazione, speravo. Le stanze del dormitorio erano cavernose e sinistramente vuote, con cuccette di metallo che sembravano provenire da un negozio di surplus militare.

L’illuminazione era una fluorescente intensa che tremolava sinistramente, e il bagno era un posto dove il sapone andava a morire. Non c’era un’area comune di cui parlare, solo un corridoio con un distributore automatico che sembrava non essere stato riempito da oltre 30 anni. Il lato positivo era che era economico. Il lato negativo era che sono abbastanza sicuro di aver perso un pezzo della mia anima lì.

Considerazioni finali

Viaggiare in Interrail in Europa è un’avventura e gli ostelli sono una parte importante dell’esperienza. Che tu stia ballando fino all’alba, trovando il tuo zen interiore o chiedendoti se sei finito accidentalmente in una prigione di minima sicurezza, c’è un ostello per tutti. Quindi, usa la tua “borsa di studio per viaggi di ricerca” dal College per il tuo amore per i monasteri tedeschi (a Berlino e Amsterdam) e parti!