L’università deve chiedere scusa per l’incarcerazione di migliaia di donne

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Alexandre Rossi

I rapporti mostrano che solo nel XIX secolo furono arrestate più di 5.000 donneLouis Ashworth per il Varsity

L’Università di Cambridge è stata invitata a chiedere scusa per il suo ruolo nell’incarcerazione di migliaia di donne della classe operaia in un periodo di 350 anni.

Una carta poco conosciuta emessa nel 1561 conferiva all’Università l’autorità di detenere e imprigionare qualsiasi donna “sospettata di male”. Questa legge fu applicata per imprigionare le giovani donne della classe operaia che venivano viste passeggiare dopo il tramonto con gli studenti universitari.

I rapporti mostrano che solo nel XIX secolo furono arrestate più di 5.000 donne.

Dopo l’arresto, queste donne sarebbero state costrette a rimanere nella prigione privata dell’Università dal vicerettore dell’Università. Le donne erano sospettate di essere prostitute e sarebbero state sottoposte a settimane di reclusione.

Caroline Biggs, autrice di The Spinning House: come l’Università di Cambridge ha rinchiuso le donne nella sua prigione privataè una storica locale il cui lavoro mette in luce le esperienze di queste donne.

Ha detto che le donne imprigionate non hanno mai ricevuto “un giusto processo, e nessuna di loro ha nemmeno infranto la legge, secondo la legge del paese – non c’erano prove di atti illeciti”.

Biggs esorta l’Università a riconoscere pubblicamente le ingiustizie della situazione e a scusarsi per il disagio causato alle donne.

Con un atto parlamentare nel 1825, l’Università ottenne una propria forza di polizia composta da agenti speciali, colloquialmente noti come bulldog, incaricati di pattugliare la città di notte.

L’indagine di Biggs ha anche dettagliato l’uso da parte dell’Università di “The Spinning House”, una cella di prigione nota per le condizioni spaventose, come letti umidi, finestre rotte, temperature fredde e pappa.

Una ragazza di 17 anni, Elizabeth Howe, morì nel dicembre 1846 dopo aver trascorso la notte in una cella della Spinning House. Il suo unico reato elencato è stato quello di camminare vicino a un bordello con un’amica.

Biggs scoprì che erano presenti anche punizioni corporali. Secondo i registri della Spinning House, nel 1748 il banditore fu pagato 10 scellini dal vicecancelliere per frustare “10 donne ribelli”.

Gli ispettori carcerari criticavano regolarmente la struttura, con lo storico sociale Henry Mayhew che la descriveva come un “abominio”, sottolineando che il custode mandava le donne in isolamento e le afferrava per i capelli se non rimanevano in silenzio.

La Carta fu revocata nel 1894 dal parlamento, che sradicò la capacità del vicecancelliere di arrestare sospette lavoratrici del sesso. Poco dopo, la Casa Filante fu distrutta.

Secondo Biggs, l’Università e la città dovrebbero collaborare per costruire una targa commemorativa per le donne e ospitare una mostra pubblica sulla Spinning House e i suoi occupanti, affermando che vuole che “l’Università ammetta di aver commesso un errore”.