Ridurre le nubi aeree potrebbe aiutare il pianeta, rivela uno studio di Cambridge

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Alexandre Rossi

I ricercatori hanno scoperto che una su 30 miglia di volo creava queste nuvole “persistenti”.Jim Barton / Wikimedia Commons / https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0

I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno rivelato che la riduzione delle nuvole degli aerei potrebbe diminuire del 40% l’effetto dell’aviazione sul riscaldamento globale.

Le nuvole, che si generano quando gli aerei volano attraverso spazi aerei particolarmente freddi e umidi, agiscono come una “coperta” nel cielo, contribuendo successivamente all’aumento della temperatura sulla terra.

I ricercatori hanno scoperto che una su 30 miglia di volo creava queste nuvole “persistenti” e hanno proposto che il reindirizzamento delle rotte di volo potrebbe evitare gli spazi aerei responsabili della generazione delle nuvole.

Il Whittle Laboratory di Cambridge ha prodotto un rapporto congiunto con il Cambridge Institute for Sustainability Leadership, chiedendo la creazione di studi internazionali – “laboratori viventi” – per testare le loro raccomandazioni.

Il rapporto stabilisce inoltre quattro obiettivi sostenibili per l’aviazione da raggiungere entro il 2030 per aiutare il settore a raggiungere zero emissioni nette entro il 2050.

Il professor Rob Miller, direttore del Whittle Laboratory, ha dichiarato: “L’aviazione si trova in un momento cruciale, proprio come l’industria automobilistica alla fine degli anni 2000”.

“Il nostro piano quinquennale è progettato per accelerare questo punto decisionale nel settore dell’aviazione, avviandolo sulla strada per raggiungere lo zero netto entro il 2050”, ha continuato.

Il rapporto sollecita l’attuazione immediata delle politiche, altrimenti “l’opportunità di trasformazione potrebbe svanire”, con il settore dell’aviazione che si prevede raddoppierà almeno le sue emissioni entro il 2050.

Il trasporto aereo rappresenta il 2-3% delle emissioni globali di CO2, cifra che sale al 4% se si includono anche gli impatti climatici non legati alla CO2.

Secondo il rapporto, nonostante gli ambiziosi impegni dei governi e dell’industria aeronautica, l’industria è ancora “significativamente fuori rotta” rispetto all’intenzione di raggiungere lo zero netto entro il 2050.

Tuttavia, Eliot Whittington, direttore esecutivo del Cambridge Institute for Sustainability Leadership, ritiene che “sia possibile” raggiungere questo obiettivo.

“Con l’attenzione e un cambiamento radicale nell’ambizione dei governi e delle imprese possiamo affrontare gli ostacoli, sbloccare il volo sostenibile e, così facendo, costruire nuove industrie e sostenere un cambiamento economico più ampio”, ha aggiunto.