Mentre inciampavo lungo Kings Parade stringendo una confezione da 18 di Carling, con le braccia che tremavano sotto il peso del mio senso di colpa femminista e sudando più di quanto voglia ammettere, mi sono ritrovata a chiedermi: “Come sono finita qui?” In servizio di birra per la squadra di rugby del mio ragazzo, disposto a portare birre chiare in campo, tutto in nome del (un po’ mediocre) rugby universitario.
Invece di soffermarmi sulla mia nuova posizione, ho deciso di considerare la giornata come un esperimento. Come troverei la vita WAG? C’era una piccola Victoria Beckham in me? E, in definitiva, era davvero così che vedevo il mio futuro?
La giornata si è svolta così:
12:00 – Mi alzo presto, solo un po’ consolato dal pensiero di un brunch nel Queens. Seguendo i miei hash browns, ho camminato da solo fino a Mainsbury, con la carta d’identità in mano, pronto a comprare la cassa di Carling. Naturalmente, ho anche acquistato per me una confezione da quattro di sidro Inch’s, pensando che l’alcol potesse alleviare il dolore di guardare il mio ragazzo far cadere la palla (letteralmente) e il freddo pungente in cui i 30 uomini sudati avevano deciso di giocare. conferma di averlo fatto.
“È qui che ogni illusione alla Colleen Rooney è crollata”
13:00 – La temuta camminata, portando detto Carling, fino a Barton Road. È qui che ogni illusione alla Colleen Rooney è crollata. Sudato e scontroso, mi sono trascinato lungo la strada, facendo più passi di quanti penso abbia fatto la squadra di rugby messa insieme. Per fortuna sono stato aiutato dai miei due amici, che non hanno mancato di ricordarmi che la Martha del primo anno si sarebbe presa per il culo la WAG Martha di oggi. Da allora sono stati perdonati, visto che hanno messo la loro giusta dose di Carling in campo. Grazie ragazzi.
14:00 – Calcio d’inizio. Ora è qui che la vita dei WAG è diventata un po’ più dolce. Infagottato in un cappotto e una sciarpa, buttando giù tre sidro e guardando tutti gli altri intorno a te che si esercitano è abbastanza soddisfacente, devo dire. Anche se ho iniziato il gioco con lo stile disinvolto di Victoria, non me ne frega niente, ho presto scoperto che la mia visione della vita dei WAG era un po’ più alticcia, loquace e generalmente meno distaccata. Mi sono ritrovato a fare il tifo per la squadra, sussultando per quei contrasti più dolorosi e cercando disperatamente di capire il gioco che si svolgeva davanti a me (sembra giusto, finché non scopri che ho iniziato a giocare a rugby anch’io quest’anno).
14:30 – WAG in arrivo. Circa a metà del gioco, altri WAG sono arrivati sulla scena e mi hanno fatto vergognare. A differenza di me, che ero seduto su una panchina a circa 10 metri dal campo, loro se ne stavano entusiasti in disparte, facendo il tifo per i rispettivi partner e lanciandomi qualche occhiata mentre io e i miei compagni chiacchieravamo (mi è stato poi detto che potevamo essere ascoltato durante l’intera partita di rugby). Sebbene non ci sia stato uno scontro in stile Wagatha Christie, temo che, se dovessi tornare, potrei aver bisogno di migliorare il mio gioco WAG. Chissà, forse spingerò la barca così lontano da alzarmi a guardare la prossima partita?
“Ero pronto per mettere in scena la performance WAG della mia vita”
14:45 – Finora gli avversari non erano riusciti a segnare un punto (o una meta? O magari un gol?). Ma, a 15 minuti dalla fine, un uomo tarchiato ha sfondato le nostre linee di difesa (incluso il mio ragazzo) e si è schiantato oltre la linea. Ora, ovviamente questo è stato un grande momento per lui, ma ancora più grande per me. Ero pronta per mettere in scena la performance WAG della mia vita e, inevitabilmente, quando il mio ragazzo si è rivolto in cerca di sostegno, ho rivolto il mio miglior sguardo consolante in assoluto “oh, non importa”, sorridendo con simpatia come se non avessi appena guardato viene placcato a terra. Onestamente, a questo punto iscrivimi all’ADC.
15:00 – Fine della partita e vittoria del Queens. Il tunnel post-rugby, dove gli uomini si incanalano tra loro e cantano alcune volte, è stato allarmante, così come lo era la versione più virile di Buon compleanno Non ho mai sentito che cantassero per il suddetto fidanzato. Personalmente, non avevo realizzato che quella canzone potesse essere cantata, ma da allora mi sono smentito. Molto.
16:00 – Seduto su una panchina, finendo i Carlings e in generale chiacchierando di cazzate. Forse la mia parte preferita della giornata, abbiamo fatto il resoconto della partita, abbiamo visto le nostre dita diventare lentamente insensibili e sono stato ringraziato per essere venuto (cinque ragazze mi indicano).
Ripensando a quella giornata, devo ammettere che mi sono davvero divertito. Anche se portarsi dietro le birre era un punto basso, la vita WAG mi ha permesso di rimandare il lavoro all’università per un altro giorno, bere qualche pinta e offrire il mio commento su una partita di rugby del college. Non farò assolutamente un periodo di WAG ogni fine settimana (da allora non sono riuscito a presentarmi all’ultima partita della stagione dopo aver posticipato la sveglia), ma prevedo che di tanto in tanto può essere una risata.